Un progetto di servizio civile per ANCeSCAO Emilia Romagna e per i suoi territori

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Cosa ci fanno le ragazze e i ragazzi del servizio civile nei Centro sociali ANCeSCAO? O meglio cosa faranno, se il progetto presentato da ANCeSCAO Emilia Romagna assieme ad Arci regionale sarà approvato? Per rispondere a questa domanda bisogna partire da un fatto: i centri sociali anziani stanno cambiando in questi ultimi anni e non sono più solo i posti dove si va a giocare a carte o fare la polentata ma offrono opportunità di socializzazione più variegate e coinvolgono anche persone che anziane non sono.
I centro sociali offrono anche opportunità di formazione ad esempio sull’uso delle tecnologie digitali e hanno anche un problema: sono reduci del periodo pandemico che ha visto una riduzione dei volontari e delle persone che frequentano i vari centri.
Ecco mettete queste cose assieme e si capisce perché ANCeSCAO Emilia Romagna si è accreditata recentemente come Ente di accoglienza di Arci Servizio civile per ospitare al suo interno dei giovani volontari che aiutino a rilanciare i vari punti di aggregazione.

“È un investimento che vogliamo fare, abbiamo bisogno di cose nuove – afferma Franco Cattabriga presidente di ANCeSCAO Emilia Romagna – e i giovani le portano, abbiamo bisogno di ringiovanire anche il modo di pensare, ci dobbiamo aprire a nuove associazioni e loro, i giovani volontari, possono agevolarci in questo lavoro”.

Il progetto di servizio civile è focalizzato sul sostegno alla popolazione con più di 65 anni ma, come dice Linda Pellizzoli responsabile di Arci Servizio Civile Emilia Romagna, ”A differenza di altri progetti rivolti a questa fascia di età, il nostro non è legato all’assistenza ma all’ambito dell’educazione e della promozione culturale”.
Infatti le iniziative vanno in due direzioni: la prima ha a che fare con il ritorno delle persone al centro sociale dopo i duri anni della pandemia, un ritorno favorito anche da nuove attività e in un contesto accogliente e sicuro. La seconda invece riguarda la conoscenza delle tecnologie digitali. “Sono proprio le persone con più di 65 anni – spiega Linda Pellizzoli – quelle che hanno i maggiori problemi ad usare in autonomia i servizi digitali della pubblica amministrazione e ad accedere ai servizi del fascicolo sanitario, per fare solo degli esempi. Sono queste tutte opportunità che facilitano la vita al cittadino a patto che le sappia sfruttare”.

Le aree territoriali che partecipano al progetto di servizio civile sono quelle di Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna e anche la struttura regionale. “Per questa prima esperienza abbiamo voluto tenere basso il numero dei volontari – continua Pellizzoli – infatti il bando prevede solo 5 posti, uno per ogni sede”.
I giovani volontari che vinceranno il bando del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale avranno molti impegni un volta che inizieranno a frequentare le varie sedi: “I loro compiti riguarderanno la facilitazione digitale, l’indagine e la realizzazione di attività di socializzazione, l’indagine sugli orti sociali, la sensibilizzazione degli ortolani sulla tematica ambientale. Nella sede territoriale di Bologna vi sarà un’azione specifica sulle case di quartiere ai fini di una loro diffusione, mentre ANCeSCAO Emilia Romagna avrà un volontario dedicato all’attività di comunicazione che vada e beneficio di tutti i coordinamenti provinciali”.

A breve il progetto sarà presentato al Dipartimento dove sarà valutato e in autunno si avranno le graduatorie. Intanto ANCeSCAO sta ragionando sull’accreditamento anche dei coordinamenti di Forlì-Cesena e Rimini.

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