Abbiamo intervistato Carlo De Pietri, referente regionale orti e anche responsabile della Commissione Orti & Green Economy di ANCeSCAO Nazionale su uno dei temi centrali che caratterizza la nostra associazione: le gestione degli orti che sono un momento di produzione agricola e di incontro sociale che crea relazioni.
Cosa si sta muovendo a livello associativo per quel che riguarda gli orti sociali?
Io inizierei a parlare del progetto europeo “Increase” promosso dall’ Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dedicato alla sperimentazione e alla divulgazione delle oltre 1000 specie di fagioli, ceci, lupini e lenticchie presenti al mondo. Propone infatti un esperimento partecipativo di “Scienza dei Cittadini” che ben si inserisce nelle nostre realtà ortive. Partendo dal progetto “Ortaggi in Rete” di ANCeSCAO Parma che ha aderito a “Increase” vorremmo proporre il recupero e la diffusione della coltivazione qualità di fagioli e mais che appartengono alla nostra tradizione contadina. Questo progetto, che punta alla biodiversità, coinvolgerà anche le scuole.
Questa attenzione alla biodiversità e all’ambiente è una caratteristica sempre più marcata in ANCeSCAO?
Si, certamente. Facciamo anche percorsi formativi che vogliono cambiare certe abitudini che riguardano la tutela dell’ambiente e lo spreco delle eccedenze alimentari. E questo non solo per quanto riguarda la produzione degli orti ma anche cerchiamo, in rete assieme ad altre associazioni, di favorire l’utilizzo di prodotti del nostro territorio e contrastare gli sprechi, basti pensare al recupero dei prodotti in scadenza ma che possono ancora essere utilizzati.
A proposito di siccità e dell’uso dell’acqua, abbiamo iniziato anche a sensibilizzare i nostri iscritti all’uso parsimonioso dell’acqua.
E per quanto riguarda l’introduzione dell’agricoltura biologica negli orti?
Vogliamo portare l’agricoltura biologica negli orti, ci sono realtà che già hanno questa attenzione. Vogliamo anche promuovere la pratica del compostaggio Stiamo che può sostituire quei concimi maggiormente inquinanti. Queste buone pratiche devono però essere messe in atto e la cosa non è automatica. L’importante è far passare questo messaggio, e dare anche dei consigli e degli strumenti adatti per avere prodotti sani.
C’è omogeneità tra gli orti?
Stiamo facendo una mappatura degli orti a livello nazionale così come già iniziato da tempo a livello regionale, vogliamo infatti conoscere che tipo di collaborazioni esistono al momento con gli enti locali e con le altre associazioni presenti sul territorio. Tante realtà locali hanno rapporti di questo tipo ma non esiste una omogeneità. È anche un modo per far conoscere sul territorio la nostra importanza, il nostro valore sociale.