Il giorno della Memoria

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di Milvia Migliari / Il 27 gennaio è la giornata della “Memoria” per ricordare la Shoah, la persecuzione e lo sterminio
degli ebrei, da parte del regime nazista. La data fa riferimento al 27 gennaio 1945 in cui avvenne la
liberazione di Auschwitz da parte delle truppe alleate nella seconda guerra mondiale che
liberarono i prigionieri del campo di concentramento.

Così Primo Levi che vi fu imprigionato ne “La Tregua” descrive l’entrata dei soldati russi “…ci
pareva e così era, che il nulla pieno di morte…. avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di
condensazione: quattro uomini armati….quattro messaggeri di pace…”
La commemorazione dell’Olocausto ci deve indurre a non dimenticare: le persecuzioni e lo
sterminio del popolo ebraico, dei deportati militari, politici, dei rom, affinché i crimini di genocidio,
la pulizia etnica, il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo non debbano più causare simili catastrofi
umane nei confronti di nessun popolo.

Non dovremo dimenticare gli orrori e i crimini commessi durante il periodo fascista e
l’occupazione nazista, che attraverso i metodi più aberranti hanno sottratto a 6 milioni di vittime i
diritti civili e umani, li hanno privati della loro dignità e ne hanno annullato l’esistenza.
Il ricordo si trasmette nel rivedere i luoghi dove si sono compiuti i rastrellamenti, le stazioni in cui
hanno transitato i treni dei deportati, prima di raggiungere i campi di concentramento, dove sono
state apposte le lapidi, nelle pietre d’inciampo emotivo, collocate davanti alle abitazioni degli ebrei
che non sono più tornati. Le scritte riportano il nome e le date di coloro che in quei luoghi hanno
vissuto e ai quali attraverso il ricordo, si vuole restituire quella identità che è stata loro cancellata.
Anche dalle stazioni delle nostre città, sono passati i treni, carichi di esseri umani di ogni età diretti
oltre frontiera e sono stati istituiti due campi di concentramento di transito: il Campo di Fossoli
vicino a Carpi e a Monticelli Terme in provincia di Parma.

Ci rimangono le testimonianze da parte dei superstiti, che hanno avuto la forza di ricordare e
raccontare, perché non si perda la memoria che deve essere tramandata ai giovani e per scuotere
le coscienze affinché simili orrori non debbano più ripetersi.
A noi spetta l’impegno di difendere la nostra dignità di donne e di uomini che hanno fatto propri i
principi di pace, uguaglianza e solidarietà.

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