Intervista a Carlo Pezzi, presidente dell’associazione Macrelli di Faenza che aderisce ad ANCeSCAO. La loro sede è situata accanto allo sferisterio, dove nel passato si giocava il gioco del bracciale. Per non far dimenticare questa antica disciplina sportiva, importante per la città di Faenza, il circolo, nonostante sia stato compito duramente dall’alluvione, sto promuovendo una serie di iniziative.
Innanzitutto che cos’è uno sferisterio?
È un’area di gioco a ridosso delle antiche mura delle città fortificate. Un lato è completamente occupato dalla cinta muraria e lo spazio di gioco è molto più lungo e stretto.
E invece cosa sa dirmi del gioco del bracciale? Come funziona?
È un gioco che esisteva anticamente, le prime tracce storiche si hanno verso il 1500, quindi era un gioco medievale che veniva svolto nelle piazze. Data che la palla con cui si gioca è molto pesante, faceva dei danni in città, perciò hanno spostato il gioco fuori le mura.
A Forlì, a Sant’Arcangelo in alcune zone marchigiane viene ancora praticato. Esiste anche una Federazione nazionale che raccoglie questi atleti e fa veri e propri campionati a vari livelli adesso.
Il gioco del bracciale è l’antesignano del tennis e della pallavolo. Si gioca tre contro tre e gli atleti devono colpire la palla con un bracciale di legno che si infila nel braccio. Chi riesce a far rimbalzare due volte la palla nel campo avversario vince.
Che tipo di attività sta portando avanti il Circolo Macrelli?
Questo sport vive una difficoltà, purtroppo la parte agonistica è andata esaurendosi, quindi ora puntiamo a non fare sparire il ricordo di una attività che è stata parte integrante della storia della città.
L’obiettivo è quello di presentare alle scuole la storia e la dinamica del gioco, per poi coinvolgere i ragazzi in un’attività pratica all’aperto e, in parallelo, gestire eventi in cui far vedere il gioco in una rievocazione ben curata.
Purtroppo l’alluvione ha bruscamente interrotto il nostro percorso e stiamo ripartendo fra mille difficoltà.
Stiamo preparando, con l’aiuto di un’ agenzia grafica, una spiegazione illustrata del gioco in cui saranno presenti rimandi storici, ma anche interviste a vecchi giocatori in modo da non perdere queste preziose testimonianze.
In che modo la vostra azione si lega a quella di ANCeSCAO?
I centri alluvionati come il nostro hanno partecipato al bando della regione Emilia Romagna per la promozione e ripresa dei circoli. Abbiamo presentato il progetto Romagna al Centro che prevede il recupero storico del gioco del bracciale passando dalle informazioni storiche alle interviste filmate a coloro che questo sport hanno giocato o visto anche solo da spettatore.
Appartenere a una realtà come ANCeSCAO è stato poi significativo in un momento di difficoltà come questo. Abbiamo avuto il sostegno solidale di molti circoli che ci hanno aiutato in vari modi.
E per il prossimo futuro che progetti avete?
Oltre alla promozione del gioco del bracciale, il nostro Circolo, nell’area dello sferisterio ha allestito anche dei campi da basket, da tennis e questo ha riportato tanti ragazzi a frequentare questa zona che è una zona molto centrale di Faenza. Abbiamo anche inventato un nuovo gioco che si chiama Rapatennis; si gioca con la racchetta da Padel e con con una pallina da beach-tennis.
Ci stiamo muovendo assieme al comune e con il sostegno di ANCeSCAO per far ripartire tutte le attività e dare una nuova vita al circolo e alla spazio storico dello sferisterio.